2024

Il Comune di Pavarolo e l’Archivio Casorati

presentano

THE BEGINNING

Le opere di Luisa Rabbia

in dialogo con Huma Bhabha, Ross Bleckner, Gianni Caravaggio, Mario Diacono, Jason Dodge, Scott Grodesky, Jannis Kounellis, Piero Manzoni, Claudio Parmiggiani e Beatrice Pediconi

a cura di David Dixon e Archivio Casorati

in collaborazione con Collezione Maramotti, Reggio Emilia, Collezione Francesca Lavazza, Torino, Peter Blum Gallery, New York,  Galleria Giorgio Persano, Torino

coordinamento mostra Francesca Solero

Terzo appuntamento del progetto GRAND TOUR – Viaggio tra le collezioni italiane

dal 29 settembre al 03 novembre 2024

OPENING | sabato 28 settembre, ore 16,30

Per il terzo appuntamento del progetto GRAND TOUR – Viaggio tra le collezioni italiane, Studio Museo Felice Casorati è lieto di annunciare The Beginning, mostra che mette in dialogo la produzione di Luisa Rabbia  con le opere degli artisti Huma Bhabha, Ross Bleckner, Gianni Caravaggio, Mario Diacono, Jason Dodge, Scott Grodesky, Jannis Kounellis, Piero Manzoni, Claudio Parmiggiani e Beatrice Pediconi.

The Beginning, a cura di David Dixon e Archivio Casorati, realizzata dal Comune di Pavarolo e dall’Archivio Casorati in collaborazione con Collezione Maramotti (Reggio Emilia), Collezione Francesca Lavazza (Torino), Peter Blum Gallery (New York), e Galleria Giorgio Persano (Torino) aprirà al pubblico sabato 28 settembre e sarà visitabile fino al 03 novembre 2024.

La mostra ha preso forma a partire da due importanti dipinti di Luisa Rabbia, NorthEastSouthWest (2014, Collezione Maramotti) e Birth (2017, Collezione Francesca Lavazza), a partire dai quali sono state selezionate opere di artisti internazionali storici e contemporanei provenienti dalla Collezione Maramotti (Reggio Emilia), scelti con l’obiettivo di evocare e amplificare la dimensione cosmica e la riflessione sul concetto di origine, apparizione e direzione espressa nelle opere dell’artista secondo una visione multiforme, dal terrestre al celeste. Il titolo, The Beginning, rimanda in parte al territorio torinese quale luogo di origine di Luisa Rabbia che dal 2000 vive e lavora a New York.

L’esposizione si sviluppa in tre sedi, lo spazio museale dello Studio Museo Felice Casorati, un’area della Casa Casorati e uno spazio espositivo sotto la torre campanaria di Pavarolo.

Se il lavoro di Rabbia stabilisce il tono della mostra, questa disposizione insolita degli spazi espositivi ne definisce il ritmo: lo spettatore è invitato a scegliere il luogo da cui iniziare a visitare l’esposizione perché non esiste un unico inizio ma tanti inizi possibili: dal giardino, in connessione con la natura e i desideri cosmici; dalla torre campanaria, in una stanza simile a un grembo; dallo studio di Casorati, (lo studio dell’artista), inteso come luogo di rinnovamento e scoperta. Il visitatore intraprende un viaggio fisico e concettuale tra gli spazi e i dilemmi che le opere collettivamente sollevano.

L’esposizione si inserisce nel progetto GRAND TOUR – Viaggio tra le collezioni italiane, ideato dallo Studio Museo Felice Casorati, che intende mettere in dialogo opere provenienti da diverse collezioni all’interno degli spazi fortemente connotati e vissuti da Felice Casorati, come il suo studio e la sua casa a Pavarolo.

Le prime due edizioni hanno visto la collaborazione con la Collezione Giuseppe Iannaccone di Milano in un confronto tra Antonietta Raphael, Cindy Sherman e Kiki Smith sul tema dell’autoritratto femminile (2022), e con un progetto di dialogo tra opere di Scipione e una serie di artisti delle generazioni successive, dedicato al tema della visionarietà, nel 2023.

In occasione della mostra, inoltre, Studio Museo Felice Casorati riattiva il progetto Emporium Project che espande le attività del museo anche fuori dai suoi spazi espositivi con alcune residenze artistiche a cura di Francesca Solero. Dopo Hilario Isola (2018), Julie Polidoro e Gosia Turzeniecka (2019), Manuele Cerutti e Francesca Ferreri (2020), anche Luisa Rabbia torna nei suoi luoghi d’origine per una residenza che si concretizza nella realizzazione delle opere esposte nella torre campanaria.

INFORMAZIONI PRATICHE

Luoghi espositivi:

Studio Museo Felice Casorati | Via del Rubino 9,  Pavarolo (To)

Casa Casorati | via Maestra 31, Pavarolo (To)

Torre campanaria | via Maestra 2, Pavarolo (To) 

La mostra resterà aperta ogni sabato e domenica dalle 15.00 alle 18.00

Per gruppi e scuole è possibile prenotare visite su appuntamento: turismo@comune.pavarolo.to.it

Info

museocasoratipavarolo@gmail.com | turismo@comune.pavarolo.to.it |

Ufficio Stampa

Lara Facco P&C

Via della Moscova 18, 20121, Milano

Lara Facco | Tel. +39 349 2529989 | E-mail: lara@larafacco.com

Claudia Santrolli | Tel. +39 339 7041657 | E-mail: claudia@larafacco.com

Alessandro Ulleri | Tel +39 3287728422 | E-mail: alessandro@larafacco.com

Il Comune di Pavarolo presenta la mostra

BELDY
seta, cotone, lana, raso

Personale dell’artista inglese

a cura dell’Archivio Casorati

testi critici di Ivana Mulatero e Rosalind McKever

5 maggio – 23 giugno 2024

OPENING: domenica 5 maggio dalle ore 15 alle ore 19,30

Pavarolo, 9 aprile 2024 – Saranno 25 le opere esposte nella mostra primaverile presso lo Studio Museo Felice Casorati a Pavarolo (TO) realizzate dal 1929 da BELDY (Mabel Hardy Maugham) e selezionate dall’Archivio Casorati in collaborazione con la storica e critica d’arte Ivana Mulatero, direttrice del Museo Civico Luigi Mallé di Dronero (Cn), e la storica dell’arte Rosalind McKever, curatrice dei dipinti e dei disegni del Victorian and Albert Museum di Londra, i cui testi critici sono inclusi nel catalogo.

BELDY è un’artista inglese, madre di Daphne Maugham Casorati, che proprio su consiglio di Felice – presso il cui studio torinese Daphne giunse nel 1925 attratta dal ritratto che il pittore fece alla sorella Cynthia (ballerina di Alexander Sakharoff e poi a Torino con Bella Hutter) – cominciò ad incorniciare i suoi lavori e ad esporli in spazi pubblici e privati.

Beldy emerge da subito come un’artista straordinariamente originale, le cui opere sono realizzate utilizzando frammenti e varietà di tessuti con consistenza variabile, che spaziano dal velluto stirato ai sottili ritagli di crêpe de Chine. Le pregiate stoffe utilizzate per i patchwork venivano regalate all’artista dall’amica e stilista Elsa Schiaparelli, una delle ‘première dame’ della moda internazionale degli anni ’30, che con Coco Chanel viene considerata una delle più influenti figure della moda nel periodo fra le due guerre.

Questi materiali vengono impiegati per creare paesaggi, nature morte e scene di vita quotidiana, offrendo una nuova interpretazione del fare pittura. Le sue opere sembrano quasi acquerelli, vividi e trasparenti, grazie alla naturalezza del “tremolio di un pennello leggero”, definizione coniata da Jean Cassou nel 1936.

Come sottolinea Ivana Mulatero nel testo critico che accompagna la mostra: “Un aspetto fondamentale della pittura di Beldy risiede nell’abilità con cui assembla i tessuti, utilizzando sottilissimi e invisibili punti per cucire insieme cinque o sei strati di stoffa. Questi punti non sono mai incollati per evitare macchie o zone opache, e come si può notare nell’opera “Angelo caduto”, esposta alla III Biennale Nazionale di Arte Sacra di Novara nel 1958, i tocchi più marcati diventano le punte delle stelle e svolgono la funzione di disegno, mentre i ritagli di stoffa sfrangiati evocano il movimento a zig zag sul marrone avana della tela dipinta con velature oro”.

Nata a Londra nel 1874, Beldy studiò arpa al Conservatorio di Parigi, diventando una musicista di straordinaria bravura. Durante il suo soggiorno parigino, incontrò il futuro marito Charles Maugham, avvocato e funzionario dell’ambasciata britannica, fratello maggiore del noto scrittore William Somerset Maugham. Nel 1893, Mabel sposò Charles e insieme ebbero cinque figli.

Da giovane moglie, Mabel si distinse viaggiando per Parigi con la sua automobile, diventando una delle prime donne a ottenere la patente di guida. Questo gesto non convenzionale suscitò stupore e, in alcuni casi, persino disapprovazione, ma nonostante ciò, Mabel rimase determinata a seguire una strada di scoperte e modernità, sfidando gli stereotipi e i pregiudizi del suo tempo.

Non volendo essere identificata né come “cognata di Somerset Maugham” né come “figlia del pittore Hardy” (suo padre era un rinomato ritrattista, noto per dipingere splendidamente gli animali e accontentare i gusti dell’alta aristocrazia inglese), Mabel decise di adottare lo pseudonimo “Beldy”, combinando le ultime sillabe del suo nome e cognome da nubile, per esprimere la sua identità in modo indipendente e unico.

BELDY espose i suoi lavori tra l’Europa e gli Stati Uniti e oggi sue opere sono presenti in diversi musei come il Victoria and Albert Museum di Londra , al Jeu de Paume di Parigi e City Art Museum a Manchester. Questa di Pavarolo è una preziosa occasione per ammirare le sue opere, in linea con i progetti “Arte memoria e territorio” che vedono tutti gli anni tra la primavera e l’autunno, la realizzazione di mostre in dialogo con l’arte del ‘900 e il contemporaneo, favorendo il coinvolgimento di curatori sempre diversi e permettendo un costruttivo confronto di poetiche differenti, tra passato e futuro.

Il catalogo della mostra è stampato dalla Prinp editore.

Informazioni pratiche

Lo STUDIO MUSEO FELICE CASORATI è in via del Rubino 9, a Pavarolo (TO)

La mostra è a ingresso libero e aperta al pubblico tutte le domeniche pomeriggio, dalle 15 alle 18,30 sino al 23 giugno.

Per scuole e gruppi di minimo 12 persone, visite su appuntamento anche durante la settimana. Prenotazioni turismo@comune.pavarolo.to.it.

Info: museocasoratipavarolo@gmail.com / turismo@comune.pavarolo.to.it / www.comune.pavarolo.to.it /             www.pavarolo.casorati.net

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Ufficio Stampa Loris Gherra – T. 334/1124914 – email loris.gherra@gmail.com