Il paese di Pavarolo fu scelto da Felice Casorati e dalla moglie Daphne Maugham come luogo in cui appartarsi durante il periodo estivo: nel 1930, acquistarono la “casetta bianca” da cui non riuscirono mai a togliere “l’odore di fieno e di stalla”. Lì, poco sotto al giardino, il maestro costruì il suo studio, con vista sulle colline di fronte ordinatamente coltivate, presenti in numerosi suoi quadri; in quel paese, luogo di rifugio per tutta la famiglia durante gli anni della guerra, il suo lavoro, racconta Felice, “diventò più sereno, più sicuro e più calmo”.
Per realizzare il desiderio del figlio Francesco Casorati, lo studio, a strapiombo sulla valle, è stato affidato dalla famiglia al Comune di Pavarolo, allo scopo di creare un museo permanente e un punto di elaborazione di progetti culturali.
Il Comune di Pavarolo, per ridare vita allo studio, ha intrapreso importanti interventi di riqualificazione strutturale e, grazie ad un contributo della Compagnia di San Paolo nell’ambito del bando “Linee guida per la valorizzazione dei beni storico-artistici” e alla collaborazione con l’Archivio Casorati di Torino, questo spazio ha aperto al pubblico il 22 ottobre 2016 con una mostra, curata dal critico e storico dell’arte Francesco Poli, di litografie di Felice Casorati. Nel 2017 è stata inaugurata una mostra con opere di Daphne, che, dopo la morte di Felice, utilizzò quello spazio come suo studio. Da quando lo Studio è stato riconvertito in Museo, ogni anno accoglie diverse iniziative espositive che conivolgono artisti chiamati a dialogare con l’arte di Felice Casorati.